Preghiamo per le comunità cristiane, in particolare quelle che sono perseguitate, perché sentano la vicinanza di Cristo e perché i loro diritti siano riconosciuti.
Papa Francesco – Marzo 2019
Forse sembrerà difficile da credere, ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli.
Sono perseguitati perché dicono la verità e annunciano Gesù Cristo a questa società.
Questo avviene in particolare laddove la libertà religiosa non è garantita.
Ma anche in paesi che in teoria e sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani.
Preghiamo per le comunità cristiane, in particolare quelle che sono perseguitate, perché sentano la vicinanza di Cristo e perché i loro diritti siano riconosciuti.
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Pope’s Worldwide Prayer Network
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The Pope Video – March 2019: Recognition of the Right of Christian Communities.
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COMUNICATO STAMPA
“Pregare per le comunità cristiane perseguitate, perché sentano la vicinanza di Cristo e vedano riconosciuti i propri diritti”
Ne Il Video del Papa di marzo, Papa Francesco chiede di pregare per i cristiani perseguitati che vivono in luoghi in cui la libertà religiosa e i diritti umani non sono garantiti.
(Città del Vaticano, 5 marzo 2019) – Farsi il segno della croce, leggere la Bibbia, andare la domenica a Messa, parlare di Gesù, recitare il Rosario, sono cose che ci sembrano normali e quotidiane.
Tuttavia, in molti luoghi del mondo, non è così, e farlo significa rischiare la propia vita, essere assassinati, lapidati o finire in campi di lavoro forzato.
Quest’anno è iniziato con un attentato durante una Messa nella cattedrale di Jolo, nelle Filippine, in cui sono morte 23 persone. L’anno scorso nel mondo sono stati assassinati 40 missionari, 35 di loro sacerdoti. Due erano della Repubblica Centrafricana, massacrati a fine novembre insieme a 80 fedeli nel campo profughi di Alindao.
Senza dimenticare i casi clamorosi come quello di Asia Bibi, la madre pakistana accusata di blasfemia, condannata a morte e liberata dopo 9 anni di prigione. O quello dei 21 egiziani decapitati nel 2015, o ancora il massacro di Peshawar nel dicembre del 2014, quando furono massacrati più di 130 scolari.
Ci sono migliaia di casi come questi di cui non veniamo a conoscenza perché non arrivano ai mezzi di informazione. Secondo il Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), i cristiani sono la religione più perseguitata al mondo. Questo diritto fondamentale dell’uomo è seriamente minacciato in 38 paesi, 21 dei quali sono classificati come persecuzione. “In molte parti del mondo la libertà religiosa non è un’idea; è una questione di sopravvivenza. Non si tratta di essere più o meno a proprio agio con i fondamenti ideologici che sono alla base della libertà religiosa; si tratta di evitare un bagno di sangue”, ricorda Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di ACN”.
Nel Il Video del Papa del mese di marzo, progetto della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Francesco indica che “forse sembrerà difficile da credere, ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli”, perché “dicono la verità e annunciano Gesù Cristo”, “anche in paesi che in teoria e sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani”.
E chiede a tutti noi di pregare, “per le comunità cristiane, in particolare quelle che sono perseguitate, perché sentano la vicinanza di Cristo e perché i loro diritti siano riconosciuti”.
Padre Frédéric Fornos SJ, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa e del Movimento Eucaristico Giovanile, ha affermato dal canto suo che “la situazione dei cristiani perseguitati nel mondo sembra sempre meno lontana e astratta. Sono loro, ma potremmo essere noi. Come dice il Santo Padre, anche in Paesi che in teoria e sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani può essere presente una sottile discriminazione. “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Matteo 5,11).
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